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La teoria della donna malata, Johanna Hedva
Categories: Cito

Se consideriamo la definizione di “politica” di Hannah Arendt – che è ancora una delle definizioni dominanti nel discorso mainstream – come qualsiasi azione che ha luogo in pubblico, dobbiamo confrontarci con le implicazioni di ciò che essa esclude. Se essere presenti in pubblico è la conditio sine qua non perché vi sia politica, allora intere masse di popolazione possono essere considerate a-politiche, per il semplice fatto che non sono fisicamente in grado di portare i loro corpi nelle strade.

Ho iniziato a riflettere su quali siano le modalità di protesta concesse a chi è malat*: avevo l’impressione che molte persone per le quali la protesta Black Lives Matter è particolarmente rilevante, forse non potevano essere presenti ai cortei, perché erano imprigionate da un lavoro, dalla minaccia di essere licenziate se fossero andate alla manifestazione, o dall’incarcerazione vera e propria, e ovviamente dalla minaccia della violenza e della brutalità della polizia – ma anche a causa della malattia o della disabilità, o perché si stavano prendendo cura di qualcun* con una malattia o disabilità.

Così, mentre me ne stavo distesa a letto, incapace di sfilare in corteo, di tenere in mano un cartello, di gridare uno slogan per farmi sentire, o di essere visibile in qualsiasi altra forma tradizionale come essere politico, ha preso forma la domanda centrale della Teoria della donna malata: come si fa a lanciare un mattone contro le vetrine di una banca se non puoi alzarti dal letto?

Ho pensato a tutti gli altri corpi invisibili, con i pugni alzati, rincattucciati da qualche parte, lontani dagli sguardi.

 

La Teoria della donna malata è per coloro che affrontano, ogni giorno, la propria vulnerabilità e la propria insopportabile fragilità, e devono perciò combattere perché la propria esperienza sia non solo rispettata, ma prima di tutto resa visibile.

Per coloro che, nelle parole di Audre Lorde, non sono mai state considerate degne di sopravvivere: perché questo mondo è stato costruito contro la loro sopravvivenza.

Voi sapete chi siete, anche se non vi è stata data una diagnosi: uno degli obiettivi della Teoria della donna malata è quella di resistere all’idea che sia necessario essere legittimate da un’istituzione, in modo che questa possa provare ad aggiustarvi.

Non avete bisogno di essere aggiustate, mie regine: è il mondo che ha bisogno di essere rifatto.

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